Pandemia, lockdown, coronavirus. Il 2021 non è poi molto diverso dall’anno appena archiviato. Il Presidente del Consorzio Ponte Rosso - Tagliamento, Renato Mascherin, fa alcune riflessioni su un momento unico e (si spera) irripetibile per la società civile e il sistema imprese.
Dopo il primo lockdown in primavera, continuano le limitazioni iniziate nei mesi scorsi e che proseguono in questo primo scorcio dell’anno. Non sarebbe stato preferibile un blocco totale, immediato e breve, piuttosto che tirare in lungo come stiamo facendo adesso?
“Non ne sono convinto. E per diverse ragioni. In primo luogo nelle aree gestite dal Consorzio Ponte Rosso - Tagliamento sono insediate numerose realtà appartenenti a tanti e diversificati settori produttivi. Alcune di queste imprese sono fortemente orientate all’export, motivo per cui una replica del primo lockdown sarebbe stato devastante. In secondo luogo le aziende hanno investito ingenti risorse in formazione e sicurezza proprio per adeguarsi alle nuove condizioni dettate dalla pandemia. Questo tipo di attività ha consentito di registrare pochissimi casi di contagio nelle aziende e gestire l’emergenza Covid in modo efficiente. Non solo. Poter continuare a frequentare i luoghi di lavoro in condizioni di sicurezza per le persone è determinante dal punto di vista psicologico”.
Nulla sarà più come prima: quali le direttrici del cambiamento? C’è rischio di analfabetismo digitale sia delle imprese che dei lavoratori?
“Distanziamento e socialità diverse. Questi aspetti prevarranno ancora a lungo. Dal punto di vista dei cambiamenti nella gestione e nei processi produttivi, sarà imprescindibile soprattutto per chi progetta e produce impianti e macchinari rendere i propri prodotti controllabili da remoto, spingendo la digitalizzazione e consentendo agli operatori di non spostarsi e operare dalla sede aziendale. Su questo tema abbiamo visto “lungo” con la Lean Experience Factory 4.0 che ora ha come target tutti i livelli aziendali, insediata nel cuore della Zona industriale Ponta Rosso, riconosciuto quale centro di trasformazioni digitali di successo”.
Parlando nel dettaglio dei rapporti commerciali?
“Innegabilmente essi hanno già risentito e risentiranno fortemente di questa situazione. Per le aziende, infatti, i costi per la tutela dei dipendenti in trasferta diventano non quantificabili e dovranno ripensare completamente alle dinamiche di vendita”.
Quale futuro dietro l’angolo?
“Le imprese cambieranno in modo impressionante e si assisterà a una “rivisitazione dei processi aziendali non strategici” determinata dalla trasformazione della manodopera, e che partirà dall’analisi delle criticità e dalla valorizzazione di alcune figure professionali (in particolare con competenze tecniche). Altro concetto importante è quello del riposizionamento strategico. Le imprese oggi devono chiedersi se sono riposizionabili, se sono nel sistema e nella filiera giusta. Nei prossimi 5 anni, infatti, le aziende di oggi potranno produrre prodotti completamente diversi. C’è dunque la necessità di dare continuità al tipo di impresa prevedendo di variare anche in modo sostanziale il tipo di produzione”.
Come può rispondere a questa sfida il Consorzio?
Promuovendo la messa in rete delle imprese e la collaborazione all’interno del mondo imprenditoriale. Tra i nostri obiettivi c’è lo stimolo al dialogo e all’interazione delle realtà produttive oltre che, in generale, la condivisione delle informazioni. Un altro obiettivo del Consorzio è quello di rafforzare il proprio ruolo di riferimento su scala regionale e nazionale, diventando una voce sempre più autorevole.
Qual è la prima caratteristica che le aziende dovrebbero avere in questo periodo?
“Avere resilienza, ovvero la capacità di assorbire un urto “senza rompersi”, nel caso specifico reagendo positivamente. Per sopravvivere alle turbolenze e alle criticità del mercato, le aziende devono saper essere forti e, al contempo, flessibili”.
Per l’Ente consortile, quali le priorità per il 2021?
“Si viaggerà su diverse direttrici, tra conferme e novità; favorire l’insediamento di nuove attività; investire su diverse novità, portando avanti progetti di servizi complementari e utili nelle aree di competenza. Continuare, altresì, a promuovere le iniziative e il lavoro di conoscenza reciproca avviato con le aree industriali di più recente convenzione come le zone artigianali della Tabina e di Cordovado, per sviluppare sinergie e sostenere la loro crescita in collaborazione con i Comuni di riferimento”.
Qualche esempio?
“Il progetto sulla pubblica illuminazione/efficientamento energetico che coinvolgerà la Zona industriale Ponte Rosso, la Zona industriale Nord a Spilimbergo e la Zona artigianale a San Vito. Ci sono poi i progetti quali l’implementazione del sistema di videosorveglianza, la realizzazione del Centro servizi polifunzionale, la costruzione dell’area parcheggio e servizi per automezzi. In tema ambientale, il progetto APEA (Area Produttiva ecologicamente Avanzata), il progetto di valorizzazione delle aree verdi in ottica di Eco Industrial Park. E ancora il sostegno e promozione delle attività legate all’economia circolare (vetro, rifiuti, legno solo per fare qualche esempio) e non ultimo mantenere e migliorare il ruolo di supporto e sostegno alle imprese per essere sempre la “prima porta a cui possono bussare” per dare risposta alle proprie esigenze. In tutto questo contesto di sviluppo e sostegno alle imprese, un ruolo importante lo gioca la nuova circonvallazione, inaugurata a luglio 2020: è un punto fermo per il consolidamento delle realtà già insediate, un richiamo fondamentale per i nuovi insediamenti”.
E parlando proprio dei prossimi insediamenti…
“Essi porteranno valore aggiunto e nuova linfa alle aree consentendo un ricambio di energia”.